Pochi investimenti e l'Italia non riparte

Le considerazioni finali del governatore di Bankitalia fanno discutere
30 Maggio 2014 - 10:45
Ignazio Visco

Le considerazioni finali 2014 del Governatore della Banca d'Italia, che pure non sono cupe come quelle degli scorsi anni, individuano con grande chiarezza un problema: gli investimenti in Italia sono troppo bassi, al minimo dal dopoguerra. e questo uccide le possibilità di ripresa.

Così scrive Ignazio Visco: 

Aumenti di produttività e crescita dell’occupazione sono conciliabili se si riprende la domanda interna. La chiave è l’aumento degli investimenti fissi, che sono la cerniera tra domanda e offerta: da un lato, se ci sono le giuste condizioni esterne, essi sono la componente della domanda che reagisce più rapidamente al mutamento delle aspettative; dall’altro, essi potenziano la capacità di offerta sfruttando il progresso della tecnologia e rispondendo alla globalizzazione dei mercati e degli stessi processi produttivi.
Il rapporto tra investimenti lordi e PIL è sceso di 4 punti percentuali dal 2007, portandosi nel 2013 al 17 per cento, il minimo dal dopoguerra. Vi ha concorso il difficile accesso di molte imprese al credito bancario. Ma è soprattutto dalla diffusa incertezza sulle prospettive di crescita della domanda e sull’orientamento delle politiche economiche che dipendono rinvii e riduzioni dei piani di ristrutturazione e di ampliamento della capacità produttiva.

Insomma, un po' di responsabilità sembrano averla le imprese, soprattutto quelle in grado di investire, che evidentemente preferiscono massimizzare i profitti e non reinvestono.  Il governatore però non pone la faccenda in termini di "colpa", come forse si fa troppo spesso nelle semplificazioni giornalistiche. Poco più avanti Visco sottolinea che il governo ha il compito di modificare tutta una serie di condizioni che favoriscono l'offerta e la domanda. E voi cosa ne pensate?

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