Per Mps un Natale di Stato

POPWEEK, l'economia di una settimana
24 Dicembre 2016 - 08:50

Questa è l'ultima edizione di PopWeek del 2016: abbiamo cercato di aiutarvi a non perdere il filo degli eventi ogni settimana. Continueremo a farlo anche nel 2017, con la voglia di stare in ascolto (per voi) e capire (insieme a voi) come vanno il mondo e l'economia. Per ora, grazie e un caldo augurio di Buone Feste a tutti voi! Ci rivediamo il 13 gennaio.

 

Lo stato dell'economia

 

Sotto l'albero di Natale, dopo mesi di difficoltà e indici di Borsa continuamente sull'altalena, Montepaschi ha trovato il salvataggio. Il tentativo di ricapitalizzazione sul mercato, chiuso giovedì sera, non è andato bene: su cinque miliardi, ne sono stati raccolti circa metà – 2,44 per l'esattezza provenienti dalla conversione di obbligazioni in azioni – mentre gli investitori istituzionali, in primo luogo il fondo del Qatar, si sono tirati indietro.

 

Così è toccato al governo scendere in campo, approvando nella tarda serata in Consiglio dei Ministri, il decreto salvarisparmio, già autorizzato dal Parlamento, che permette la creazione di un fondo da 20 miliardi per tutelare i risparmiatori. Come? Il fondo, intanto riguarda non solo Mps ma tutte le banche che dovessero aver bisogno di ricapitalizzazioni precauzionali e/o per le garanzie sulla liquidità e sfrutta un varco concesso dalle norme europee riguardo al salvataggio delle banche, permettendo in caso di “rischio sistemico”, ossia che può contagiare un intero sistema creditizio ed economico, che lo Stato intervenga.

 

Nello specifico, Mps ora offrirà ai risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate e hanno accettato la conversione in azioni, lo scambio con obbligazioni non subordinate, quindi al riparo dall'onere di contribuire al salvataggio in caso di fallimento. Le azioni scambiate con le obbligazioni saranno poi acquistate dal Tesoro, per evitare il rischio di eventuali liti giudiziarie. In sostanza, quindi lo Stato diventerà l'azionista di maggioranza della banca senese, per poi rivendere le azioni una volta concluso il percorso di risanamento.

 

Dall'Europa è arrivato un via libera molto parziale, o uno stop parziale, a seconda di come lo leggiamo: secondo il portavoce del presidente dell'Eurogruppo, Jeroean Dijsselbloem, prima che l'istituto senese riceva gli aiuti di Stato, ci deve essere un bail-in. Nella sostanza Bruxelles aspetta il piano di ristrutturazione bancaria per esprimersi e pone alcune condizioni. È interessante notare, comunque, come sottolinea il Corriere della Sera, che la normativa, che limita gli aiuti di Stato, verrà interpretata con maggiore morbidezza di fronte al fatto che colpire il risparmio privato – nel caso di Mps si stima che fossero a rischio 13 miliardi – sarebbe stato un ottimo assist per le posizioni anti-euro nei diversi Paesi.

In ogni caso i nodi da sciogliere restano diversi. E ora, di fronte all'intervento dello Stato, in molti concordano che era l'unica cosa da fare, ma anche che era sicuramente meglio intervenire prima, e non solo su Mps. 

 

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Alitalia è di nuovo, gravemente, in bilico. Giovedì è arrivato l'ok dei soci per garantire nuovo supporto finanziario alle casse della compagnia aerea, ma il suo amministratore  James Hogan, salito al vertice al momento della fusione con la compagnia degli Emirati Arabi Ethiad, potrebbe perdere il posto a breve. Resterà poi da capire la strategia di Ethiad, che si vocifera potrebbe tentare un accordo con Lufthansa.
Di certo, l'analisi dei conti di Alitalia dice, senza troppi giri di parole, che la società ha bisogno urgente di liquidità e di rivedere anche i propri piani per il futuro. E quest'ultimo è un dilemma non da poco: Alitalia è troppo grande per essere considerata una piccola compagnia, ma è troppo piccola per aspirare a essere considerata un gigante dei cieli.

 

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È una fine d'anno senza pace per l'amministrazione comunale di Roma: l'Organo di Revisione Economico-Finanziario, organismo indipendente che esamini i conti degli enti locali, ha bocciato il bilancio previsionale che definisce entrate e spese degli ultimi tre anni. Non era mia successo prima a una grande città, ma, secondo la valutazione dell'ente, le spese erano state sottovalutate e le entrate non strutturali, ad esempio le multe, sopravalutate. Ora la giunta di Virginia Raggi ha tempo fino a febbraio per rivedere i conti e approvare un nuovo bilancio. La velocità con cui era stato approvato il documento, stavolta non ha premiato.

 

 

 

Oltre lo specchio

Si annuncia un 2017 molto brutto per Twitter se, come in passato, l'analista e fondatore di Global equity research Trip Chowdhry avrà ragione nel dire che il titolo è sopravvalutato e la società, di fatto, è già fallita. Nel corso dell'anno, in effetti, si sono dimessi i responsabili di una serie di aree strategiche come lo sviluppo del business, dei media, del commercio, delle risorse umane e dell'ingegneria informatica. Secondo Chowdhry ora il titolo rischia di scendere ancora, da quota 17 dollari a dieci.

 

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In settimana si è parlato parecchio anche dei voucher, quei buoni nati nel 2003 per pagare piccoli lavori, come le pulizie o le ripetizioni, e che oggi però sono usati e, molti temono, abusati, anche per mascherare forme di lavoro nero, in cui tramite i voucher sono retribuite solo una parte delle ore di lavoro realmente svolte. Nei primi dieci mesi del 2016, ne sono stati acquistati 121,5 milioni, un terzo in più dello scorso anno, quando il loro utilizzo nello stesso periodo di tempo era cresciuto del 67,6%. Secondo il governo, questo incremento è spiegabile appunto con l'emersione del lavoro nero, ma, per esempio, il presidente dell'Inps Tito Boeri sostiene che questa è solo una spiegazione parziale del fenomeno.

 

 

Bonus track

§ Bloomberg ha riassunto in 10 capitoli tutti di infografiche i principali eventi del 2016, dalla Brexit  all'elezione di Trump, passando – immancabilmente – per l'andamento dei tassi di interesse. Da vedere!

 

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