Il vecchio che avanza, dieselgate e Alitalia

POPWEEK, l'economia di una settimana
14 Gennaio 2017 - 18:02
Jeep, foto di Patrick (CC BY-NC 2.0)

Lo stato dell'economia

Il 2017 si apre con un nuovo dieselgate che stavolta coinvolgerebbe FCA: giovedì, infatti, la società italo-americana è stata accusata dall'Agenzia per la protezione ambientale Usa di aver truccato le emissioni di 104 mila veicoli tra fuoristrada e suv, venduti dal 2014 in poi. Se l'accusa sarà provata, FCA rischia una multa fino a 4,6 miliardi di dollari. Il nocciolo della discussione è relativo al software che controlla le emissioni che, a detta dell'Agenzia sarebbe truccato, mentre per l'azienda non ci sono anomalie pilotate del suo funzionamento, come avveniva sulle auto Volkswagen.

Alla notizia, la quotazione delle azioni è crollata a Piazza Affari, dove il titolo è stato sospeso, mentre a Wall Street ha toccato quota meno 11,8%, per poi risollevarsi venerdì quando a Piazza Affari ha chiuso con un guadagno del 4,61%.

 

La reazione dell'ad Sergio Marchionne è stata veemente: “Non abbiamo commesso nessuna frode. Il nostro caso non è per nulla assimilabile a quello di Volkswagen e non permetteremo a nessuno di discutere la moralità della nostra azienda”, ha detto in una conferenza telefonica con la stampa, nella quale ha confermato che la vicenda non avrà un impatto negativi sul raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano industriale 2014-2018.

Eventuali differenze, ha aggiunto Marchionne, sono riconducibili al fatto che la progettazione è stata fatta in Europa e dunque potrebbe essere stata condizionata dalle diverse normative in vigore.

Non resta che attendere l'evoluzione dell'indagine, ma sottolinea Bloomberg “se il problema è nelle informazioni fornite all'Agenzia per la protezione ambientale, FCA ha perlomeno un serio problema di comunicazione” che può comportare un pesante danno d'immagine.

 

Il sospetto, però, si sta allargando ora anche a Renault, che venerdì ha perso in borsa oltre il 4% dopo che è stata diffusa la notizia che tre giudici francesi indagheranno sui dispositivi utilizzati per controllare le emissioni dei motori diesel.

 

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Un brutto inizio d'anno anche per Alitalia: il matrimonio con Etihad, stipulato nel 2013, non sembra aver dato buoni frutto e, secondo una stima del Sole24Ore, il 2016 ha registrato una perdita di circa un milione di euro al giorno, per un totale di 400 milioni annui. Così, la compagnia si trova di nuovo alle prese con l'emergenza, alla quale – in teoria – dovrebbe cercare di rimediare il nuovo piano aziendale, atteso entro fine mese. Un piano che sembra comporterà tagli al personale che mettono a rischio quasi duemila dipendenti e costerà circa un miliardo.

Il progetto di risanamento, però, non sembra aver convinto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che, dopo averlo visionato, ha affermato che “Alitalia è stata gestita oggettivamente male” e che questo non può ricadere sulle spalle dei lavoratori.

 

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La Camera ha dato l'ok per la creazione di una commissione d'inchiesta sulle banche: l'accordo è bipartisan e prevede, su richiesta del Pd, che la commissione faccia chiarezza sulle cause che hanno costretto al salvataggio pubblico di Monte dei Paschi, accertando tutte le responsabilità di amministratori enti di controllo e di vigilanza.

 

 

Oltre lo specchio

La Federal Reserve è preoccupata dei possibili effetti secondari degli incentivi fiscali e dei piani relativi all'imposizione fiscale prospettati da Donald Trump: se infatti, nel breve termine, potrebbero portare a una crescita economica, nel lungo periodo i funzionari della banca centrale Usa temono un impatto negativo sull'inflazione e sul debito pubblico.

 

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Sempre a proposito di economia americana, The Atlantic racconta in un interessante articolo come nel Paese sia diminuita la manifattura non specializzata – trasferita, ad esempio, in Messico o in altri Paesi dove la manodopera ha basso costo – ma le industrie che operano in settori ad alta specializzazione non se la passano affatto male!

 

 

Bonus track

§ Shenzen, la patria dei grattacieli: l'anno scorso ha completato la costruzione di ben 11 edifici, più degli Stati Uniti e dell'Australia messi insieme e pari a una discreta fetta degli 84 costruiti in tutta la Cina. Negli Usa, per capirci, si sono fermati a 7.  

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