Non se ne parlava quasi più da qualche tempo, ma tra lunedì e martedì il fantasma dello spread ha ripreso ad aleggiare in Europa. Quello tra i Buoni Poliennali del Tesoro italiani e i Bund tedeschi è salito oltre quota 200 punti, ma il record negativo lo hanno fatto i titoli francesi il cui spread nei confronti di quelli tedeschi ha raggiunto il livello più alto degli ultimi quattro anni.
In un'Europa che arranca sotto il profilo economico e politico, questo nuovo colpo alla stabilità è dovuto al comizio domenicale di Marine Le Pen, leader del Front National, che a Lione ha aperto ufficialmente la corsa all'Eliseo, annunciando che in caso di vittoria proporrà un referendum per l'uscita della Francia dall'Unione Europea – già ribattezzata Frexit – e indicando due pilastri del proprio programma: lotta alla globalizzazione e all'estremismo islamico.
A questo annuncio i mercati sono andati in fibrillazione e non ha contribuito a migliorare il clima la dichiarazione del Fondo monetario internazionale che ha affermato che il debito della Grecia, che viaggia sui 330 miliardi di euro, pari a circa il 175% del Pil, è insostenibile ed è perciò necessario intervenire con un taglio. Un'ipotesi che già in passato ha provocato una spaccatura tra il Fmi, la Banca Centrale Europea e l'Unione stessa che compongono la troika dei creditori. Venerdì i creditori hanno annunciato di aver trovato una linea comune riguardo alle richieste da rivolgere al governo greco per garantire la prosecuzione del piano di salvataggio: nel dettaglio, un mix di nuove imposte, dovute alla diminuzione delle aree di esenzione fiscale, in primo luogo gli arcipelaghi, e nuovi tagli alle pensioni per un totale di 3,6 miliardi. Resta da vedere se il premier greco Alexis Tsipras accetterà le nuove richieste della troika, dato che aveva già dichiarato di non avere intenzione di imporre nuovi tagli o nuove imposte ai cittadini ellenici.
A tentare di arginare la situazione ci ha provato Mario Draghi, presidente della Bce, che lunedì, parlando di fronte all'Europarlamento, ha definito “l'euro irrevocabile” e ha respinto le accuse lanciate da Donald Trump riguardo a manipolazioni della moneta che avrebbero avvantaggiato l'export tedesco.
Giovedì poi Draghi ha incontrato Angela Merkel a Berlino, con la quale sembra essersi creato un nuovo asse portante dell'Europa, dove la Banca centrale rivestirebbe il ruolo di naturale alleato di Berlino per mantenere unita l'Europa, specie nel caso in cui la Francia dovesse realmente tentare di defilarsi. Anche perché se Angela Markel ha di fronte a se una sfida non priva di ostacoli il suo principale concorrente, oggi avanrti nesi sondaggi, è il supereuropeista Martin Schulz, che rilancia una Spd senza speranze prima del suo benefico tocco.
Le cose sono più complicate in Francia: i sondaggi da mesi danno in vantaggio Le Pen e considerata la crisi dei socialisti, le difficoltà del candidato del centro destra François Fillon, impantanato nello scandalo degli stipendi parlamentari alla moglie, l'unico argine alla destra populista pare potrebbe essere Emmanuel Macron. Ex ministro dell'Economia – manco a dirlo – leader del movimento En Marche!, fondato dopo aver lasciato l'incarico nell'esecutivo Hollande, sembra al momento il solo in grado di dare del filo da torcere alla candidata del Front National.
Bonus track
§ Alzi la mano chi non ha mai partecipato a un “Tupperware party”, uno di quegli incontri in cui si decantano – e poi si comprano, e poi magari si cominica pure a venderli – i contenitori di plastica con il tappo per il cibo. Rivista Studio ha riassunto qui la storia di queste scatolette che popolano i nostri frighi e le nostre dispense, nate dall'idea di un inventore e, soprattutto, dalle capacità commerciali di una mamma single d
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