Francia vs Italia

POPWEEK, l'economia di una settimana
11 Aprile 2017 - 17:05

Anche se non siamo su un campo di calcio, la scorsa settimana si è respirata un'aria da derby in attesa, da un lato, della conclusione dell'accordo tra Fincantieri e il governo francese per l'acquisto dei cantieri navali di Saint-Nazaire, concluso giovedì, e dall'altra per l'intenzione manifestata da Vivendi di candidare alla presidenza di Telecom il proprio amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine.

Andando con ordine, Fincantieri – dopo diverse giornate di tensione, seguite all'annuncio del governo francese che ipotizzava una nazionalizzazione temporanea degli Chantiers de l'Atlantique,  assegnati da un tribunale fallimentare sudcoreano all'azienda italiana – tira un sospiro di sollievo e festeggia la vittoria. La società di Trieste ha acquisito il 48%, il 7% è andato alla Fondazione CR Trieste, entrata in campo per fornire garanzie a Parigi di un socio italiano ma indipendente, mentre il restante 12% è andato a Dcns, gruppo pubblico transalpino che costruisce navi militari.
L'assetto resterà invariato per i prossimi otto anni, mentre Parigi potrà porre il veto per 20 anni su una serie di  attività che dovessero “danneggiare” il mantenimento delle competenze e della produzione sul suolo francese. Per arrivare a questo risultato, però, Fincantieri ha rischiato di incagliarsi tra gli scogli della campagna elettorale per l'Eliseo: la nazionalizzazione, infatti, era un'idea gradita a Marine Le Pen, ma che aveva trovato l'approvazione anche del candidato di centrodestra François Fillon.

In parallelo, sulle agenzie si è iniziato a parlare dell'intenzione dei francesi di Vivendi, azionista di riferimento di Telecom Italia con il 23,8% delle quote, di candidare alla presidenza della società di telefonia Arnaud de Puyfontaine, confermando di fatto l'intenzione, annunciata a ruota, di assumere il controllo dell'azienda dopo l'assemblea che si volgerà il 4 maggio.
All'annuncio il presidente della Consob Giuseppe Vegas ha sottolineato che la scelta non è questione meramente estetica, riaprendo il discorso sulla possibile violazione delle regole anticoncentrazione trust per le quali la somma del controllo di Telecom più il 30% delle quote di Mediaset, rastrellate con la scalata dei mesi scorsi, renderebbero “fuorilegge” la posizione di Vivendi.

In attesa di conoscere l'evoluzione di questa vicenda, è interessante soffermarsi sulla riflessione di Ferdinando Gugliano su Repubblica che nota come l'entusiasmo per la globalizzazione dei politici italiani si riduca vistosamente non appena investitori stranieri manifestano attenzione per le aziende italiane, ma al tempo stesso non si lavori in modo costruttivo per creare alleanze su scala continentale che evitino situazioni simili a quelle vissute da Fincantieri.

 

Bonus track

§ La controversa storia di Matteo Achilli e della sua startup, “Egominia”, sono diventati un film, “The Startup”, uscito al cinema giovedì. Il Post ricostruisce la storia della piattaforma web, nata con l'intento di aiutare a trovare lavoro grazie a un algoritmo “meritocratico”, ma conosciuta soprattutto per l'abilità mediatica del suo fondatore. Per Wired, addirittura, c'è più di qualche cosa che non torna...

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